Due sere dopo i nostri amici si trovarono a casa del Cavaliere anche prima dell'ora. Senza volerlo far apparire, ciascuno in segreto aveva una certa impazienza, un po' d'ansia mal repressa, di conoscere finalmente quel perfido nemico delle loro viti, che sapevano chiamarsi fillossera. Ed il Cavaliere non volle tenerli a lungo in sospeso; appena li vide al completo incomincio:
Stassera dunque parleremo innanzi tutto della Fillossera: di questo minuscolo ma pur così terribile animaletto, che ha sconvolto tutta la viticultura d'Europa, e che ci obbliga a mutar tante pratiche di questa coltivazione. Nel 1868, nel mezzogiorno della Francia, tre professori, incaricati di studiare certe viti che deperivano ed anche morivano per un male ignoto e misterioso, scoprivano sulle radici di tali viti un piccolo insetto, una specie di minuscolo pidocchio, che stava aderente a quelle radici, e causava alle vite danni gravissimi, mortali. Studiato questo insetto veniva denominato Phylloxera vastatrix, e veniva riscontrato identico ad un altro, che era già stato osservato, e descritto con un altro nome, nell'America del Nord. Anzi, in seguito si poteva dimostrare in modo irrefutabile che la Fillossera trovata in Europa proveniva appunto dall'America, importata da laggiù insieme alla viti americane. Vediamo un po' come vive questa fillossera. Spiegarvi per filo e per segno il suo modo di presentarsi e di svilupparsi non è certo semplice, ne potrei aver la pretesa di farmi ben comprendere da voi. Mi limiterò dunque a dirvi che la fillossera non ha sempre la stessa forma ne le stesse abitudini.

Abbiamo infatti fillossere che vivono nelle foglie della vite , delle altre che vivono sulle radici; ne abbiam di quelle che hanno ali, ed altre che ne sono prive; abbiam delle fillossere maschili e di quelle femminili, e di quelle ….come dire ? Che non son ne l'una ne l'una cosa ne l'altra ( gli scienziati le chiamano partenogeniche). Come vedete, ce n'è per tutti i gusti, Importa poi che sappiate come la fillossera si sviluppi e si moltiplichi con una rapidità spaventosa, tanto che in una anno si possono contare molte generazioni di questo malaugurato insetto. Se vi dovessi descrivere il modo tipico di sviluppo della fillossera (quale lo troviamo sulle viti americane), dovrei incominciare da un uovo, che per essere stato deposto in autunno ed aver passato l'inverno, si dice appunto uovo d'inverno.


Esso schiudendosi a primavera, da vita ad una fillossera che si porta sulle foglie della vite e che è il punto di partenza di tutta una serie di generazioni, per cui vien chiamata fondatrice. Da questa poi nascono altre fillossere, di cui la maggior parte va sulle foglie, e qualcuna invece discende sulle radici. Le prime si chiamano gallecole, perché sulle foglie producono certe escrescenze dette appunto “ galle”. Queste fillossere hanno una forma tondeggiante, un color giallo chiaro, e sono prive di ali. Le loro dimensioni superano di poco un millimetro. In pochi giorni esse subiscono quattro mute ( paragonabili a quelle di un baco da seta), divengono adulte, e ricominciano a moltiplicarsi. Figuratevi che ognuna di esse può deporre da 500 a 600 uova, e che in un anno di queste gallecole si possono avere fino a 8 generazioni! Le uova delle gallecole non danno però tutte nuove gallecole.
Fra le gallecole si sviluppano anche delle radicicole, cioè quelle fillossere che vanno sulle radici della vite. Queste radicicole differiscono dalle gallicole non solo per il loro diverso stile di vita, ma anche per la forma del corpo, che è alquanto più allungata e che presenta varie file di caratteristici bitorzoli sul dorso. Le dimensioni sono pressappoco uguali a quelle delle gallecole. Mancano pur esse di ali. Anche le radicicole depongono numerose uova: meno però che le gallecole; anch'esse si succedono per diverse generazioni all'anno. E' però interessante osservare come, fin dal principio dell'estate, alcune di queste radicole si differenzino dalle altre per certe particolarità. Senza dilungarmi, dico subito che, dopo varie mute, alcune radicicole si trasformano in fillossere alate, a differenza delle forme che abbia visto sinora, che erano tutte prive di ali.
Queste alate hanno una forma caratteristica: viste con una lente sembrano delle minutissime cicale. Ma badate! Ho detto minutissime, perché in tutto non superan di molto la lunghezza di due millimetri. Esse depongono sul tronco della vite poche uova ( di solito non più di 7 o 8 ). Da queste uova nascono delle fillossere sessuate, cioè dei maschi e delle femmine. Le sessuate, che son prive di ali, a loro volta depongono un uovo, che resta attaccato alla corteccia dei ceppi, e che passa l'inverno in riposo: E' quel cosiddetto uovo d'inverno da cui siamo partiti. Come vedete lo sviluppo della fillossera è assai complicato. Esso però, sulle viti europee soprattutto, subisce delle semplificazioni. Manca, per esempio, normalmente la forma gallecola; manca pure sovente la forma sessuata. In questo caso manca quindi anche l'uovo d'inverno. Ma non dovete credere che l'uovo d'inverno sia indispensabile perché la fillossera possa tramandarsi da un anno all'altro.
Al contrario, nella maggior parte dei casi, da noi la fillossera sverna sotto forma di radicole non adulte, che dalla primavera successiva proseguono il loro sviluppo, e ricominciano a moltiplicarsi. Conosciuto, così alla meglio il nemico con cui abbiamo a che fare,vediamo di conoscere anche i danni che esso produce alle nostre viti. Abbiamo detto che la fillossera può vivere sulle foglie e può vivere sulle radici. Evidentemente, le alterazioni che essa produrrà saran diverse nei due casi. Sulle foglie, come s'è accennato poco fa, la fillossera, in seguito alle punture che pratica col suo rostro, fa sviluppare certi rigonfiamenti caratteristici, detti galle fillosseriche. Queste galle non si devono confondere con altre, che possono essere prodotte sulle foglie di viti da altre cause.
Le galle fillosseriche si distinguono nettamente perché sono come delle borse o saccocce sporgenti nella pagina inferiore e con l'apertura della pagina superiore delle foglie: apertura orlata da peli incrociantisi. Debbo però subito avvertire che queste alterazioni sulle foglie non hanno gravi conseguenze per la pianta. E se tutto si limitasse ad esse, la fillossera non sarebbe divenuta così tristemente famosa. Aggiungo che, come accennavo prima, queste galle sono molto rare sulle viti nostrane. Ma i danni veramente mortali che la fillossera produce sono sopra le radici.

Se voi esaminate una radice di vite nostrana fillosserata, voi potete trovare due tipi diversi di alterazioni. Sulle radici più giovani e più esili , voi potete osservare certi singolari rigonfiamenti terminali, per lo più alquanto ricurvi, tanto da avere una lontana somiglianza con una testa di uccello. Son queste così dette nodosità, originatesi sulle radici in seguito alle punture della fillossera radicicola. Anzi, se avete buona vista e un po' di pazienza, non tarderete a scorgere di questi rigonfiamenti certi minuti puntolini giallicci, che si muovono in vari sensi: sono le fillossere che passeggiano sulle radici, e che di tanto in tanto si fermano per suggerne gli umori per mezzo del loro pungiglione.
Se la fillossera si accontentasse di suggere quel po' di umori che le sono necessari, il male non sarebbe neppure tanto grave. Ma il guaio maggiore se è che ben presto, quei rigonfiamenti disseccano, o peggio marciscono, e verso la fine dell'estate cadono. Naturalmente le radichette che han perso in questo modo la punta non crescono più; e restano così arrestate nel loro sviluppo. Se ora voi supponete che sian molte le radichette così rovinate, voi capite come la pianta debba sentirne un disturbo non trascurabile. Ma le alterazioni più gravi e veramente fatali per la vite son quelle che la fillossera produce non sulle radichette più sottili ma sulle radici adulte. Son queste le cosiddette tuberosità fillosseriche.

Esse si presentano come tante escrescenze tondeggianti, grosse poco meno di un grano di pepe. Durante l'inverno queste tuberosità van soggette al marciume, il quale non si arresta all'escrescenza, ma penetra nei tessuti della radice, sicché questa finisce per morire. Capirete che, trattandosi di radici adulte, le quali portano un gran numero di quelle radichette importantissime per la nutrizione della vite, il danno diviene gravissimo, perché tutto il sistema radicale della pianta può così venire distrutto. E' ciò che avviene nelle viti fillosserate da qualche anno. E con questo, naturalmente, si giunge alla morte della pianta.

Questo modo di operare della fillossera, vi spiega anche il modo di presentarsi delle infezioni fillosseriche. Difatti, queste hanno un aspetto così caratteristico che, all'occhio pratico, non lascia dubbi. Un vigneto fillosserato presenta una specie di grande macchia d'olio, il cui centro è rappresentato da viti morte, ormai uccise dall'insetto, perché le prime ad essere attaccate; allontanandoci dal centro, troviamo viti deperite sempre meno man mano che ci portiamo all'orlo della macchia. Le viti più colpite hanno foglie fortemente ingiallite; le altre meno,fino a che si giunge alle viti ancora sane, con tutto il loro fogliame perfettamente verde. L'esame delle radici, poi, e la presenza di tuberosità, non lasciano più alcun dubbio. E così noi abbiam conosciuto la fillossera ed i danni che essa produce. Dovremo ora parlare dei rimedi....
Ma a questo punto il Cavaliere si interruppe, poiché si accorse che qualcuno del suo uditorio s'era addormentato! Questi era per l'appunto il signor Pasquale, il buon cursore del Comune. Accortisene i suoi vicini, egli venne bruscamente e poco gentilmente risvegliato. Il pover'uomo si scosse, spalanco un par d'occhi assonnati, e disse tutto mortificato: Oh Cavaliere la mi scusi! Ma per l'appunto oggi ho dovuto girar per tutto il territorio a portar certi avvisi del Comune......E adesso, con questo calduccio, m'ero appisolato. Creda che ne sono davvero desolato! Non fa nulla, non fa nulla, disse sorridendo il Cavaliere. Ciò però mi consiglia di sospendere per questa sera. Tanto più che v'ho dovuto riempir la testa con sta roba che non v'è certamente famigliare. E allora rimettiamo ad altra sera i rimedi contro la fillossera. Buona notte!
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