
Stasera dunque dobbiamo parlare della moltiplicazione della vite, incomincio il Cavaliere. Argomento che ha sempre avuto grande importanza, ma che più grande ancora ne ha oggi, in cui la Fillossera ci obbliga a rinunciare ai vecchi metodi ed a ricorrere invece ad altri, o nuovi del tutto, o notevolmente perfezionati da quello ch'erano un tempo. Io vi parlerò soltanto di ciò che oggi può realmente interessare. Ed incomincio col dirvi che la vite può moltiplicarsi in due modi ben distinti: per seme e per gemma. La moltiplicazione per seme, che consiste come ben capite, nel ricorrere ai vinaccioli dell'uva) è assai meno usata nella pratica viticola che non quella per gemma. Ed io non temo di sbagliare supponendo che nessuno di voi avrà mai pensato di piantar un nuovo vigneto...seminando i vinaccioli!
Ciò che forse voi non sapete, si è l'effetto di questa seminazione della vite. Ed è per ciò che ve lo dico io in due parole. Moltiplicando la vite per seme voi ottenete una pianta che sarà vite, ma che potrà essere assai diversa nei caratteri dei tralci, delle foglie e del frutto da quello che era la vite che v'ha fornito i semi. Se, per esempio, voi avete preso i semi d'una vite di Moscato bianco, voi potete ottenere una vite che vi dia un'uva ne bianca ne a sapore moscato; potete anche ottenere una vite che non vi dia neppure un frutto qualsiasi. Capirete che la cosa non sarebbe per voi piacevole. Ed è per ciò che i viticoltori pratici come voi, per non esporsi a queste brutte sorprese, non ricorrono mai alla moltiplicazione della vite per seme. Ciò però non vuol dire che questo genere di moltiplicazione non abbia alcuna utilità ne alcuna importanza.
Al contrario: esso oggi è usato su vasta scala da scienziati e da industriali, per certi scopi ben determinati. Se infatti la seminazione della vite ci da facilmente nuove varietà, non è affatto escluso che queste nuove varietà possano avere pregi speciali, anche superiori a quelli delle vite madri. Certo, a seminar così alla ventura i vinaccioli delle viti, sarà ben difficile, a meno d'aver una fortuna eccezionale, che si riesca ad ottener qualcosa di veramente buono; ma c'è modo di aumentare le probabilità di successo, ricorrendo ad una pratica speciale, che è l'ibridazione artificiale. Che cos'è questa ibridazione artificiale? E' un'operazione con la quale noi fecondiamo i pistilli dei fiori d'una determinata vite, con polline d'una vite d'altra varietà o specie. Noi facciamo cioè un incrocio ed il prodotto di questo incrocio lo chiamiamo ibrido.
A quale scopo si fa tale ibridazione artificiale? Allo scopo di riunire in una sola vite i pregi della vite che fa da madre e di quella che fa da padre. Più precisamente, oggi si mira ad ottenere con l'ibridazione artificiale una vite ideale, che presenti tutte le virtù immaginabili: assoluta resistenza alla Fillossera, resistenza alle malattie crittogamiche, adattamento ai nostri terreni, anche calcari, fruttificazione abbondante e di buona qualità senza bisogno dell'innesto. Come vedete lo scopo è attraente ! Ed è per ciò che dalla fine del 1800 molti studiosi di buona volontà si son dati con fervore all'ibridazione della vite ed alla semina dei prodotti ottenuti, riuscendo così a creare un numero straordinario di nuovi vitigni. Sono veramente buoni questi vitigni?

Quando dico moltiplicazione per gemma voglio però intendere numerosi e svariati tipi di moltiplicazione della vite. In tutti s'utilizza un pezzo di tralcio fornito di una o più gemme: donde il nome di moltiplicazione per gemma. Vediamone i principali. Uno dei più importanti è costituito dalla talea. Per tale intendiamo semplicemente un pezzo di tralcio di un anno munito di due o più gemme. Se manca completamente il legno vecchio, la talea si dice ordinaria; se alla base della talea si trova invece un pezzo di legno di due anni, la talea prende nome più propriamente di magliuolo. La prima forma però è la più usata. Ed essa costituisce certo il modo più diffuso di moltiplicazione della vite: Qualche consiglio intorno a queste talee non sarà quindi inutile. Punto primo: le talee devono essere scelte con molta cura. Visto che, com'ho detto, essere riproducono esattamente tutti i caratteri della pianta madre, si capisce come importi che questa pianta madre sia ottima sotto tutti i rapporti.
Questa scelta è sempre bene farla prima dell'autunno, quando la vite in vegetazione meglio si presta all'esame. Le talee devono essere fatte con tralci sani, ben lignificati, ne molto grossi, ne molto piccoli. Le talee devono essere piuttosto corte che lunghe. La loro lunghezza dipende dalla natura del terreno in cui devono venir piantate: e dipende dalla lunghezza degli internodi. In terreni freschi, in cui l'umidità non difetti, le talee devono essere molto corte: basta di due gemme. Si capisce che se gl'internodi son molto lunghi, anche con solo due gemme la talea avrà egualmente una lunghezza piuttosto notevole. Ad ogni modo, dev'essere sempre la minima possibile. Se le talee non si possono piantare subito appena staccate dalla vite,devono essere ben conservate.
Il metodo migliore si è tenerle in una cantina fresca e sana, sotterrate nella sabbia ben lavata, leggermente inumidita. Se dovete provvedervi di talee fuori del vostro paese, siate molto prudenti nell'acquistarle, cercando soprattutto di affidarvi ad una persona onesta, che non v'imbrogli dandovi talee di viti deboli o malate, o diverse dalla varietà che voi desiderate. Non solo, ma quando acquistate delle talee, e non potete aver certezza che esse provengano da luoghi certamente immuni dalla Fillossera, sottoponetele ad una buona disinfezione prima di piantarle nei vostri terreni. Questa disinfezione potete farla in modo sicuro e facile immergendo i fasci di talee in un recipiente con acqua a temperatura di circa 55°C., e facendovele restare per 5 minuti primi. Non avete che a provvedervi d'un buon termometro, e l'operazione procederà senza difficoltà.

Dico subito che nella maggior parte dei casi oggi è preferibile il secondo metodo. Ma devo anche aggiungere che, trattandosi di vite americane,oggi è anche più frequente il caso di non piantar talee tali e quali, ma di innestarle prima con vitigni nostrani. E di ciò parleremo a breve. Non mi occupo quindi ora del vivaio, perché preferisco parlarne quando ci occuperemo di queste talee innestate. Dirò invece qualcosa sopra un'altra forma di moltiplicazione della vite per gemma, che in passato ebbe grande importanza; ma che ora va trovando applicazioni meno frequenti, in seguito alla comparsa della Fillossera. Voglio alludere alla propaggine. La differenza fra tale e propaggine consiste in questo : che nella propaggine il distacco del tralcio dalla pianta madre avviene solo dopo la comparsa delle radici.
La più semplice delle propaggini è la propaggine ordinaria, la quale consiste unicamente nell'incurvare un tralcio di un anno entro una piccola fossa scavata presso il ceppo; sotterrarne una parte e farne sporgere dal terreno l'estremità. In questo modo, dalla porzione sotterrata usciranno le radici, e dall'estremità fuori terra i germogli; sicché, recidendo dopo un anno il tralcio sotto terra, si otterrà una nuova vite. Questa forma di moltiplicazione della vite era un tempo molto usata per sostituire nel vigneto dei ceppi mancanti, o perché morti, o perché falsi, cioè d'una varietà diversa da quella desiderata. Allora si coricava un tralcio della vite vicina e s'otteneva così una nuova pianta. Questa operazione, di solito, si faceva in autunno. In alcuni luoghi si usava e ancora si usa una forma di propaggine più singolare: la provanatura. Essa ha lo scopo di ottenere non una sola vite, ma diverse, si da poter riempire un vuoto più importante del vigneto.
All'uopo, l'intera vite viene coricata in una fossa, dalla quale non si fanno spuntare che le estremità dei vari tralci, nei punti dove si vuole sorgano le viti. Oggi invece la Fillossera tende a fare scomparire queste forme di moltiplicazione della vite. E si capisce. Se noi sotterriamo il tralcio di una vite nostrana, questo emetterà delle radici che non resisteranno agli attacchi della Fillossera. Perciò la nuova vite che otteniamo sarà inesorabilmente condannata a sparire più o meno presto. Se quindi un vigneto piantato su piede americano si fa qualche vuoto, per riempirlo non c'è altro da fare che ripiantare una nuova vite americana. Veramente ci sarebbe qualche altra forma di propaggine, che potrebbe trovare anche oggi discrete applicazioni. Voglio alludere alle propaggini multiple, che servono ad ottenere con un sol tralcio molte giovani viti o barbatelle.

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