sabato 15 gennaio 2011

undicesima puntata

Cazenave

Il Cazenave è , dicevo la volta scorsa, un bel sistema, attacco il Cavaliere, esso è stato definito un Guyot multipli, perché un solo ceppo porta numerosi piccoli Guyot. La vite adulta si presenta con un lungo cordone orizzontale, disteso su un filo di ferro distante da 50 a 80 cm da terra. Su questo cordone si trovano, a circa 25 cm l’un dall’altro, tanti capi a frutto di 5 o 6 gemme disposti obliquamente e legati ad un filo superiore; e altrettanti speroni di due gemme. I germogli che spuntano vendono legati ad un terzo filo alto da terra m. 1.30 a 1.60.

Per ottenere questo sistema, le viti, piantate in filari a distanze piuttosto notevoli, si potano al 1° anno ad una gemma; al 2° anno a 4/5 gemme, sopprimendo i germogli più bassi, al 3° anno il più bello dei tralci si distende per tutta la sua lunghezza ( fino ad incontrare il ceppo vicino) sul primo filo, e gli si accecano tutte le gemme inferiori, lasciando solamente sviluppare i germogli della parte superiore; al 4° anno ognuno dei tralci ottenuti si pota all’altezza del secondo filo e i germogli che ne spuntano si legano al terzo filo; al 5° anno, il tralcio più basso di ognuno dei vecchi capi a frutto si pota a sperone di 2 gemme, quello immediatamente superiore a 5/6 gemme; il resto si sopprime.




D’ora in poi la potatura, come nel Guyot, consiste nel sopprimere il vecchi capo frutto, speronare il tralcio più basso d’ogni sperone, e accorciare il più alto. E’ un buon sistema per viti molto vigorose e per terreni fertili. In queste condizioni può dare produzioni molto elevate: la qualità del prodotto però, specialmente nei paesi settentrionali dove l’uva matura tardi, sovente può lasciar alquanto a desiderare. Perciò si dovrebbe riservarlo a vitigni di maturazione piuttosto precoce. Un altro sistema di forte produttività è il:

Sylvoz


La vite adulta si presenta con un lungo cordone orizzontale , disteso su d’un robusto filo di ferro alto circa m.1.20 da terra; su questo cordone v’è un gran numero di capi a frutto piegati ad archetto, e fissati ad un filo di ferro inferiore, alto circa 80cm, da terra. I germogli della parte basale d’ogni archetto si legano ad un terzo filo superiore, alto circa m. 1.70 da terra. In questo sistema non ci sono speroni. I tralci di successione si prelevano dalla base d’ogni vecchio archetto fruttifero, perché, essendo il primo tratto di questi archetti quasi verticale potrà dare delle robuste cacciate.
E sopra una di queste cacciate si taglia ogni anno l’archetto dell’anno precedente che ormai ha fruttificato. Anche questo sistema, come il precedente, può dare forti produzioni, ma bisogna riservarlo a terreni fertili e vitigni robusti; e bisogna evitare di usarlo con vitigni tardivi e in luoghi troppo freddi ed umidi, in cui la maturazione sia difficile. Ed infine vi ricordo un ultimo sistema, questo schiettamente italiano e adatto ai luoghi dove le viti basse non si trovano bene. Questo sistema è il :

Sistema a raggi

Qui la vite raggiunge altezze, assai più notevoli dei precedenti, di solito non inferiore ai 2 metri. Anche qui, come nel Sylvoz , troviamo un cordone che di solito è però disposto obliquamente dal basso in alto, e su di esso un buon numero di archetti fruttiferi. Le viti possono appoggiarsi a sostegni vivi (per lo più aceri) o a pali secchi: da ognuno di questi sostegni partono dei fili di ferro che, attraversando l’interfilare, vanno a fissarsi al sostegno corrispondente del filare vicino. Attorno ad ogni albero o palo si trovan due o tre viti, ciascuna delle quali con una o due branche che si dirigono verso la metà dell’interfilare, sostenute ai fili di ferro. Perciò da un centro, costituito dall’albero,partono come tanti raggi, costituiti dalle branche delle viti.
La potatura consiste nel lasciare ogni anno sulle branche un archetto fruttifero ad ogni 25/30 cm., prelevandolo da uno dei tralci sviluppatisi alla base degli archetti dell’anno precedente. Durante la vegetazione, i germogli fruttiferi pendono liberamente nell’aria; quelli della base degli archetti si sostengono verticalmente a quelle frasche poste tra i fili di ferro. Questo sistema è ottimo per i climi piuttosto freschi e i terreni fertili e piuttosto umidi, in cui i sistemi bassi darebbero uva di pessima qualità. Le viti a raggi permettono invece ai grappoli di trovarsi alti dal suolo, e di godere luce e aria in abbondanza, maturando normalmente. Ma vedo che l’ora s’è fatta più tarda del solito. Ve l’ho detto che l’argomento era vastissimo! Abbiate pazienza: sarò più breve la prossima volta in cui vi dirò qualcosa sulla potatura verde. E adesso, buona notte!

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